Onorevoli Colleghi! - Il dibattito sulle riforme costituzionali ed elettorali da tempo in atto in Italia ha lasciato in ombra un tema di grande rilevanza: quello della rappresentanza giovanile nelle istituzioni.
Nella passata legislatura è stato ampiamente affrontato il tema delle pari opportunità tra uomo e donna nell'accesso alle cariche elettive, sulla base della constatazione che le donne sono indubitabilmente sottorappresentate ai diversi livelli delle istituzioni italiane.
Un'analoga considerazione deve essere tuttavia svolta quanto alla rappresentanza giovanile nelle istanze rappresentative, in considerazione del fatto che le statistiche ci mostrano che il Governo italiano attualmente in carica ha un'età media pari a cinquantotto anni, con un capo di Governo di sessantotto anni, mentre il panorama dei leader europei, da Blair a Sarkozy, si contraddistingue per un'età media decisamente più bassa.
Altrettanto preoccupanti sono i dati relativi alla composizione delle Camere che evidenziano, ad esempio, che alla Camera dei deputati vi è un solo deputato di età compresa tra i venticinque e i ventinove anni, mentre sono cinquantaquattro i deputati di età compresa tra i trenta e i trentanove anni.
È perciò evidente che la minore età prevista per l'elettorato passivo alla Camera dei deputati (venticinque anni) rispetto a quanto previsto per il Senato (quarant'anni) non ha garantito nei fatti una significativa differenza di rappresentanza sotto il profilo del maggior spazio che ci si attenderebbe di riscontrare per la rappresentanza giovanile nella Camera bassa che, per la sua più ampia composizione, dovrebbe costituire uno specchio più fedele della società italiana.